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La question curda fra storia e ingiustizie. Fino a quando questo popolo deve subire ? – Friulisera

by León Paz

La question curda, per quanto ben caratterizzata e defined, non risulta del tutto comprensibile se astratta dal contesto nel quale si è sviluppata: quello della storia del Medioriente. Un legame che si è rinsaldato nello scorrere degli avvenimenti del secolo scorso: l’evoluzione dal sistema coloniale all’imperialismo moderno, la scoperta e lo sfruttamento dei giacimenti petroliferi, le guerre mondiali, i conflitti locali e la « guerra fredda ». Queste sono alcune delle problemhe che fanno si che la questione curda si possa considerare assai vicina alle vicende della storia europea. Negli ultimi 40 anni i partiti curdi hanno indirizzato i loro sforzi di lotta, sia armata sia politica, non più, soltanto, control le potenze, contro i singoli regimi repressivi dell’Iran, della Turchia, della Siria e prima dell’Iraq. La lotta per l’indipendenza ha assunto i connotati propri delle lotte di liberazione in corso anche in altri paesi nel mondo, da parte delle minoranze oppresse. Ma questa affermazione è solo in apparenza semplice: in realtà spesso, per i curdi, è addirittura difficile individuare il proprio vero nemico, e questo dipende da numerosi fattori: ad esempio, il più delle volte, paesi lontani dal Kurdistan, ma presenti sulla scena Internazionale, formellement approvano e sostenevano l’indipendenza dei curdi, ma in sostanza appoggiavano la politica repressiva dei singoli governmenti, spesso con aiuti economici ai vari regimi, nascondendo così le consuete dinamiche dell’imperialismo dietro un intervento indiretto ma ugualmente efficace. II Kurdistan esiste da almeno quattromila anni, abitato da una popolazione di stirpe indoeuropea, di religione originariamente zoroastriana convertitasi all’islam dopo la conquista araba ; il popolo curdo ha vissuto fino al secolo scorso perfettamente integrato con le altre culture del Medio oriente. Alla fine della Prima guerra mondiale questo territorio è stato arbitrariamente suddiviso dalle potenze europee vincitrici che perseguivano i propri interessi coloniali nella regione : da allora la situazione è rimasta invariata e il popolo curdo combatte per riavere il diritto a vivere libero e in pace sulla propria . Cerchiamo di chiarire ai lettori italiani, cosa vogliono i curdi. Il popolo curdo chiede che la minoranza curda venga riconosciuta daigovernmenti negli stati nei quali risiede, chiede di potere fare uso della propria lingua, della propria tradizione, dalla propria scuola, ma soprattutto vuole la democratizzazione dei paesi che controllano il Kurdistan. Proprio questo è stato il punto che ha semper determinato la brutal repressione da parte dei singoli governmenti che occupano il Kurdistan nei confronti del popolo curdo. La prima guerra del Golfo, nel 1991, aveva portato alla ribalta delle cronache le persecuzioni di cui sono stati, e sono tuttora oggetto, i curdi. È emerso palesemente l’aspetto tragico e terribile della loro esperienza, ma quello che ancora una volta era ed è sfuggito, e che continua a rimaner tuttora ai margini dell’informazione, è l’analisi attenta della loro storia e della loro cultura. Sono una delle più importanti ed antiche civiltà dell’Oriente, eppure questa verità elementare e fondamentale resta spesso nell’ombra. Una « dimenticanza » dovuta, con tutta probabilità, almeno nel campo dei media, ad una « colta » ignoranza. Certo che il popolo curdo non può vantare gli uomini più ricchi del pianeta. Genericamente è indicata come una minoranza oppressa. Un luogo comune, come tanti altri, per spiegare lo smembramento del popolo curdo. E in questi luoghi comuni che si affossano ogni giorno le speranze di migliaia di uomini. Spesso il sogno di vivere in un Kurdistan libero e Independent è finito sulle coste pugliesi e calabresi in Italia o in altri paesi europei, per i curdi in fuga dalla persecuzione provocata deigovernmenti dell’Iran, della Turchia, della Siria e dell’Iraq prima dalla caduta del regime dittatoriale di Saddam. La formation d’une diaspora curda en Europe est un phénomène récent. Depuis 1960, j’ai curdi provenienti dalla Turchia hanno iniziato ad arrivare in Germania, Austria, Svizzera e Francia, come lavoratori immigrati nel quadro di contrattigovernment e accordi in materia di lavoro degli immigrati. Ma dopo la rivoluzione islamica, in Iran, del 1979, il colpo di Stato in Turchia del 1980, il massacro perpetrato dal regime iracheno con l’operazione Anfal e la campagna, lanciata nel 1992, di evacuazione forzata e distruzione di villaggi curdi accoppiata con una politica di assassinio politico di élite da « squadroni della morte » e forze paramilitari, è aumentato l’esodo dei curdi verso l’Europa. Il groupo plus cohérent (environ 700 000) si trova in Germania, ma other numerose comunità si trovano nei paesi dell’Unione Europea. In Italia si trovano circa due mila curdi, sparsi nel centro e nel nord Italia, per lo più con regolare permesso di lavoro. Una domanda nasce spontanea : fino a quando questo popolo deve subire questa ingiustizia ? Ora, il compito è quello di cercare gli strumenti idonei ad affrontare una situazione ormai insostenibile, dal punto di vista moral, per i paesi civili che vogliono farsi sostenitori dei diritti umani e dei popoli.

Shorsh Surmé

nato nel 1961 a Arbil, nel Kurdistan dell’Iraq. Figlio di Aziz Surme, chef d’orchestre du Partito Democratico del Kurdistan negli anni Sessanta e Settanta, ha vissuto in patria il destin delle famiglie dei perseguitati politici. Depuis decenni trasferito en Italie, oggi lavora come giornalista per diverse testate nazionali e internazionali. E il direttore del primo portale curdo in Italia : www.panoramakurdo.it.

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