Sono migliaia i manifestanti che si stanno dirigendo verso la piazza del Congresso a Buenos Aires, per lo sciopero generale di protesta contro la politica ultraliberista del neoeletto presidente argentino Javier Milei. Il raduno è stato indetto per le 12 (le 16, ora svizzera) dalla Confederazione generale del lavoro (Cgt) e dai principali sindacati del Paese, che prevedono la partecipazione di circa 90’000 persone.
Massiccio dispiegamento di polizia
Nelle strade è presente un massiccio dispiegamento di polizia, con agenti in tenuta antisommossa. Stando all’agenzia di stampa ANSA, per il momento l’atmosfera in città è tranquilla e il maggiore afflusso di persone è nelle arterie dell’avenida 9 de Julio e quella de Mayo. I dirigenti sindacali, denunciano però che le forze dell’ordine hanno fermato alcuni autobus con i manifestanti, su uno dei ponti che collegano la capitale alla periferia. Alle persone a bordo viene permesso di proseguire a piedi il tragitto verso la piazza del Congresso, mentre i veicoli vengono trattenuti.
Nel frattempo, la ministra della Sicurezza argentina, Patricia Bullrich, ha preso posizione su “X”: “Non c’è sciopero che ci fermerà. Non c’è minaccia che ci intimidirà”. Il messaggio, accompagnato dall’hashtag #YoNoParo, è diretto a chi vuole “resistere al cambiamento che la società ha deciso democraticamente” ed è stato ripubblicato dal presidente Milei.
Una mobilitazione “politica”, “affrettata” e convocata “da un’oligarchia di milionari”
“È più uno sciopero politico che una difesa dei lavoratori”, ha quindi affermato il portavoce governativo Manuel Adorni. “Continuiamo a essere sorpresi dalla velocità record con cui hanno deciso di indire lo sciopero”, e ha concluso dicendo che che questo 24 gennaio “è un giorno triste perché molte persone non hanno potuto andare al lavoro”. Secondo la ministra degli Esteri Diana Mondino, lo sciopero è stato convocato “dall’oligarchia dei milionari con blindati e autisti, falsi rappresentati dei lavori” e questo “ci conferma che siamo sulla strada giusta”, ha scritto su “X”.
Lo sciopero odierno, di 12 ore, è il primo dall’ascesa al governo di Milei e si oppone alla politica economica e sociale espressa da un Decreto di necessità e urgenza (DNU) entrato in vigore alla fine di dicembre e dalla Legge Omnibus, che verrà esaminata dalla Camera da domani. Entrambi i provvedimenti hanno come obiettivo una forte riduzione della presenza dello Stato nell’economia, la flessibilità del lavoro, numerose privatizzazioni e liberalizzazioni dei meccanismi finanziari e commerciali.
RG 12.30 del 24.01.24 – Il corrispondente Maurizio Salvi
RSI Mondo 24.01.2024, 17:05